186_Forza alla giustizia sottoposta.jpg19-Bambini-aquilone.jpg21-Arcobaleno3.jpg5b-giustizia-aequam.jpga_regione2.jpgdea_giustizia1.jpggiustizia-dea-638x425.jpggiustizia-toghe.jpggiustizia.jpggiustizia99.jpgla_legge_uguale2.jpgmatite.jpgpal-giustizia-36.jpgprocura_repubblica.jpgregione3.jpgsostegno-39-1440x450.jpgy_regione.jpg

ADS - UNA RIFLESSIONE

Valutazione attuale:  / 1
ScarsoOttimo 

Protezione giuridica e amministrazione di sostegno. La necessità di una riflessione

Intervista ad Elena Cesaroni a cura di Fabio Ragaini, tratta dalla rivista APPUNTI

 

ABSTRACT

Il testo esamina la legge sull'amministrazione di sostegno (AdS) in Italia, a 18 anni dalla sua approvazione. Elena Cesaroni, giurista e pedagogista, riflette sull'efficacia della norma, che inizialmente prometteva di essere uno strumento di riabilitazione ed emancipazione per le persone "fragili". Tuttavia, l'esperienza ha mostrato che l'AdS non ha sempre soddisfatto queste aspettative, soprattutto a causa di una gestione complessa e dell'assenza di controlli adeguati sull'operato degli amministratori.
Cesaroni sottolinea che, nonostante alcuni successi individuali, l'AdS spesso si riduce a una mera gestione amministrativa, specialmente quando gli amministratori sono sovraccarichi di casi. La relazione fiduciaria tra amministratore e beneficiario è cruciale, ma spesso manca, portando a una gestione che ignora le reali esigenze e aspirazioni del beneficiario.
Un altro problema è la tendenza di alcuni professionisti a interpretare la volontà del beneficiario, decidendo ciò che ritengono essere il miglior progetto di vita per lui, senza un vero dialogo. Inoltre, la legge non è sempre applicata correttamente.
Cesaroni critica anche la pratica di alcuni giudici di nominare avvocati come amministratori di sostegno, che possono finire per gestire un numero eccessivo di casi per motivi economici, piuttosto che per la qualità del sostegno fornito. La questione dell'indennità per gli AdS è controversa, con alcuni che la vedono come una professione retribuita, in contrasto con la legge che prevede che l'ufficio sia gratuito.
In conclusione, Cesaroni suggerisce che i problemi dell'AdS non derivano da lacune legislative o culturali, ma da una prassi applicativa che non segue gli obiettivi e i principi della legge. Sottolinea la necessità di una prassi condivisa e di un maggiore impegno da parte di giudici e servizi per gestire al meglio la fragilità umana, utilizzando strumenti negoziali alternativi all'AdS.

v. ALLEGATO

Joomla templates by a4joomla